venerdì 9 settembre 2011

IMPLANTOLOGIA

E' quella disciplina odontoiatrica che consente il recupero dell'occlusione e dei denti mancanti attraverso l'utilizzo di radici artificiali in titanio dette :impianti endossei.
Il titanio è il materiale più biocompatibile attualmente in uso.
E' una tecnica sicura, anche se bisogna esser prudenti nel rispettare alcuni limiti anatomici che ne possono pregiudicare il buon esito.
La percentuale di successo è superiore al 90%.
Nel caso poco probabile di insuccesso, vi è solo la non ossificazione dell'ipianto e non un rigetto (come spesso viene interpretato nell'immaginario comune), in quanto il rigetto,è una manifestazione spesso molto imponente che coinvolge l'intero organismo, mentre in implantologia, la non ossificazione ha un carattere locale, il più delle volte senza alcuna conseguenza.
(per approfondimenti vedi articolo sul grande rialzo del seno mascellare)
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venerdì 27 maggio 2011

PARAFUNZIONI E PROBLEMI GNATOLOGICI

Una delle concause universalmente accettate, che scatenano problemi gnatologici, sono le parafunzioni. Ovvero atteggiamenti viziati ripetuti e perpetuati nel tempo che portano ad un sovraccarico dentale, muscolare ed articolare.
Esempi classici sono il morsicarsi le labbra, tenere in bocca un bastoncino o la penna, stare appoggiati sul mento. mangiarsi le unghie, succhiarsi il dito, muovere nervosamente le guance stringere ritmicamente i denti.

Ma ci sono parafunzioni più subdole, che si svolgono senza che ce ne accorgiamo, come digrignare i denti di notte, sempre nel sonno serrarli fortemente, tenerli appoggiati fra loro costantemente anche di giorno, deglutire in modo anomalo ecc.

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Parafunzione: mordicchiarsi le labbra

Parafunzione: tic facciali o abitudine a fare smorfie ricorrenti
Parafunzione: stare molto spesso appoggiati sul mento Parafunzione: anche suonare uno strumento musicale, in soggetti più predisposti, può causare danni

Questi atteggiamenti portano, da un lato al potenziamento da allenamento dei muscoli coinvolti, dall'altro ad un sovraccarico dentale ed articolare che prima o poi riuscirà a scardinare il sistema.
Esistono moltissimi tipi di parafunzioni e solo una attenta analisi del paziente può evidenziarne l'importanza.

Autotest sulle parafunzioni si no
1. Vi mordicchiate le labbra di abitudine?
2. Vi mangiate le unghie in modo ossessivo?
3. Avete dei tic facciali?
4. Serrate ritmicamente i denti durante la giornata, senza volontarietà?
5. Suonate uno strumento a fiato o il violino o cantate a livello professionale?
6. Dormite di pancia?
7. State abitualmente con i denti appoggiati fra loro?
8. Fate abitualmente qualche gioco con labbra o lingua?
9. Digrignate i denti di notte (con rumore)
10. State spesso appoggiati sul mento?

Se avete totalizzato più di 4 SI' è importante cercare di ridurre l'intensità e la frequenza delle parafunzioni. Esiste un pericolo di sovraccarico articolare e muscolare.


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martedì 17 maggio 2011

Stomatiti ed afte

Circa 1 persona su 5 sviluppa regolarmente una fastidiosa afta in bocca, responsabile di dolore mentre si mangia, si beve o ci si lava i denti. Ma proprio perché relativamente comuni, non significa che queste piccole piaghe aperte all’interno della bocca debbano essere ignorate.

Le afte, conosciute anche come stomatiti, sono piccole piaghe che possono manifestarsi all’interno della bocca, delle guance, delle labbra, della gola, o, talvolta, sulla lingua. Non sono da confondere con le vesciche da febbre,  che sono piaghe provocate dal virus del herpes simplex e si trovano al di fuori della bocca intorno alle labbra, sulle guance o sul mento, o all’interno delle narici. Mentre le vesciche da febbre sono contagiose, le ulcere orali non possono essere trasmesse, quindi ad esempio un bacio  non è veicolo di trasmissione.

E’ curioso notare che i fumatori soffrono di afte con minore frequenza (studio fumo-afte), forse perchè il fumo rende inadatta la mucosa orale all’instaurarsi di infezioni (per un processo di cheratinizzazione) oppure per una qualche azione protettiva svolta dalla nicotina. E’ piuttosto ricorrente infatti che chi smette di fumare soffra per qualche mese di afte, che scompaiono immediatamente in caso di ripresa del vizio.

Cause

Nonostante non si conosca esattamente cosa provochi le ulcere orali, molti sono i fattori di rischio tra cui la dieta: le persone che hanno una carenza nutrizionale di acido folico, vitamina B12 e ferro, sembrano essere più soggette allo sviluppo di afte, a maggior ragione se intolleranti. Le afte possono inoltre indicare un problema al sistema immunitario.

Lesioni della bocca dovute ad un morso sul labbro interno, oppure ad un lavaggio dei denti eccessivamente vigoroso vanno a danneggiare la delicata parete interna della bocca e pare siano un’ulteriore causa delle ulcere orali. Anche lo stress emotivo sembra essere un fattore.

Uno studio effettuato su studenti universitari ha dimostrato una maggior incidenza di afte durante periodi di stress, come ad esempio all’avvicinarsi di un esame, piuttosto che in periodo meno stressando la pausa estiva.

Anche se chiunque può manifestarle, i giovani e gli adolescenti ventenni sembrano avere più spesso problemi di stomatiti, e le donne hanno il doppio delle probabilità di svilupparle rispetto agli uomini. Alcune di esse manifestano ulcere orali all’inizio del loro periodo mestruale.

Sintomi

Le afte appaiono di norma come rosse piaghe dolorose che possono essere estese complessivamente fino a 2,5 centimetri, anche se la maggior parte di esse sono molto più piccole. Talvolta l’area della mucosa inizia a formicolare o si infiamma prima che compaia l’afta vera e propria, l’ulcerazione appare in circa 24 ore.

Le ulcere aperte  possono avere un rivestimento bianco o giallo, oltre ad un “alone” che le circonda. Nella maggior parte dei casi, le ulcere orali si presentano da sole, ma non è raro riscontrarne anche in piccoli gruppi.

Saltuariamente le stomatiti possono essere accompagnate da sintomi quali febbre, gonfiore dei linfonodi e un po’ di sonnolenza o sintomi dell’influenza.

Trasmissione

Sebbene le afte non siano contagiose, la tendenza allo sviluppo potrebbe essere riscontrata all’interno di un nucleo familiare, se sei soggetto ad ulcere orali, tuo figlio avrà il 90% di probabilità di contrarle regolarmente.

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sabato 7 maggio 2011

CARIE ADDIO

DENTI LISCI COME UN CHIP. ED I BATTERI SCIVOLANO VIA

Anche i batteri per quanto piccoli e leggeri che siano, hanno bisogno di qualche appiglio, per aderire alla superficie dello smalto.
Così gli esperti in materiali avanzati IGOR SOKOLOV e RAVI GAIKWAD,della CLARKSON UNIVERSITY (POSTDAM NEW YORK)hanno pensato un nuovo metodo anticarie, molto originale.
In una ricerca sul Journal of Dental Research hanni dimostrato che usando una tecnica impiegata finora per la pulitura finale dei chip elettronici, è possibile lisciare così tanto la superfcie dei denti (senza intaccare lo smalto)chei batteri responsabili della carie, semplicemente " scivolano" via senza riuscire ad attaccarsi.
La tecnica impiega particelle di silice che riducono le irregolarita' fino ad un massimo di pochi miliardesimi di metro.
In questo modo i batteri non possono in nessun modo arrivare ad erodere lo smalto, provocando la carie.





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giovedì 21 aprile 2011

INTARSI IN COMPOSITO




Nei casi di ricostruzioni molto estese per effetto della contrazione dei compositi nelle comuni terapie, si possono creare delle infiltrazioni marginali allora si preferisce utilizzare il composito ma come monoblocco ad intarsio in modo da ridurre al sol


La presenza di margini infiltrati dei restauri in amalgama a carico di #15, #16, #17 che rispondevano positivamente ai test di vitalità.
Applicazione della diga e con la rimozione dei restauri incongrui evidenziando lesioni cariose secondarie nelle aree sottostanti.
Prova del manufatto sul dente per valutarne la stabilità l'adattamento marginale ed i contatti prossimali poiché in tale fase l'intarsio deve poter essere inserito e disinserito senza frizioni.
Nella successiva fase di cementazione le preparazioni venivano pulite e deterse con getto di bicarbonato o spazzolino e polish.
La mordenzatura delle superfici della preparazione è avvenuta con l'applicazione di HPO4 al 37% per 30 sec sullo smalto e 15 sec sulla dentina successivamente trattati con primer e adesivo poi polimerizzati (20 sec) con lampada alogena ad alto potenziale.
BISApplicazione matrici sezionali trasparenti
Per protezione dente adiacente, controllo dei margini e contenimento fase di cementazione
Mordenzatura 15 sec dentina- 30 sec smalto-Lavaggio cavità 30 sec-
Asciugare cavità ma dentina umida--Primer 30 sec poi asciugare-Adesivo 40 sec polimerizzazione-Sabbiare superficie intarsio
Mordenzare superficie intarsio-Adesivo superfice intarsio no polimerizzazione
Composito in cavità-Inserimento intarsio in cavità-Rimozione degli eccessi

La procedura step by step prevede la cementazione di un singolo intarsio alla volta (cementazione sequenziale) con cemento composito microibrido fotoindurente polimerizzando circa un minuto per ogni lato e la sua iniziale rifinitura al fine di ottenere una perfetta continuità tra il manufatto e la parete cavitaria correggendo eventuali difetti di superficie attraverso l'utilizzo di dischetti, gommini, strip abrasive e spazzolini dedicati a questo scopo.
Il risultato dopo rifinitura con frese dischetti e strisce abrasive e la lucidatura con gommini, paste abrasive e spazzolini e brillantatura con resine a bassa viscosità utile per colmare i difetti marginali e ridurre l'usura del materiale grazie alla penetrazione della resina nelle microporosità.

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L'intarsio diretto e i suoi vantaggi

L'intarsio diretto è una nuova tecnica che permette di recuperare un elemento dentale
fortemente compromesso in tempi rapidi e con una spesa contenuta.
Un dente che ha subìto una grossa perdita di tessuto, vitale o devitalizzato,
può essere ricostruito direttamente alla poltrona in un’unica seduta,
senza ricorrere all’intervento del laboratorio. Non occorrono molti appuntamenti,
poiché non servono impronte, né “provvisori”, né sono necessarie prove
come per la costruzione delle corone, basterà solo una seduta.
L'intarsio diretto infatti, si esegue in resina composita preparando
il dente e conservando la massima parte del tessuto sano residuo.

Spesso invece, sono il classico corredo sintomatologico delle disfunzioni
cranio-cervico-mandibolari.
Cardine del sistema è l’articolazione temporomandibolare (ATM).
Questa articolazione è localizzata al davanti dell’orecchio
(infatti infilando un dito nel padiglione auricolare e aprendo e
chiudendo la bocca ne si apprezza il movimento).
E’ quindi inquadrando ogni caso clinico in maniera globale
e dando alla mandibola il ruolo importante nella gestione dei difetti della postura,
che si determina un approccio diverso per
la soluzione terapeutica di un gran numero di casi clinici.

lunedì 18 aprile 2011

UTILIZZO DI UN PARTICOLARE OLIO ESSENZIALE Mek

L'olio essenziale di Manuka e Kanuka ha delle importanti caratteristiche che ben si prestano sia all'uso domiciliare che professionale

II fresco aroma dei rametti di Manuka e Kanuka, denotano la presenza di composti C10 e C15, che sono anche chiamati terpeni. La definizione "terpene" è attualmente riservata per abitudine ai composti C10, mentre i composti C15, sono conosciuti come sesquisterpeni e i C20 come diterpeni. I derivati dei terpeni sono chiamati terpenoidi.

La separazione di queste sostanze dalle varie parti delle piante, ed in alcuni casi perfino dal legno, dona un prodotto che è conosciuto come "olio essenziale". Praticamente si può ottenere olio essenziale (OE) da tutte le piante conosciute.

II motivo per cui queste sostanze sono di grande interesse è perché possono essere considerate dei derivati dell'isoprene. La matrice carbonica di queste sostanze non solo è divisibile in una unità di isoprene ma, gli idrocarburi dei terpeni, sono gli esatti multipli di C5 e di H8. Un tipico esempio è rappresentato sia dal mìrcene (C10 H16), che dall'olio di Manuka e Kanuka. Naturalmente, è più facile che la matrice carbonica sia divisibile in due unità di isoprene.

APPLICAZIONI: Una certa quantità di idrocarburi terpenici sono visibili nella Tabella N°1.

I terpeni ed i Sesquisterpeni, sono membri di una estesissima classe di sostanze a matrice carbonica costituite da unità di isoprene. Questi composti sono molto ricorrenti e comuni sia nelle cellule dei tessuti delle piante sia in quelle degli animali.

E' consueto denominare tutti i membri di questa classe come composti isoprenici. La cosidetta "linea isoprenica", ci fa intuire che la sintesi nei sistemi vitali è compiuta da alcuni comuni precursori con cinque atomi di carbonio; quindi, possiamo affermare che, i composti isoprenici sono correlati con la vita e la biogenetica.

Tuttavia, l'isoprene non esiste in natura allo stato isolato e, comunque, sembra avere un ruolo non secondario in biosintesi.

Attualmente, il mediatore a cinque atomi di carbonio sembra essere l’isopentene-pirofosfato, il quale gioca un importante ruolo nella sintesi degli isoprenoidi.

Esso è derivato dall'acido mevalonico. Ciò chiarisce le ragioni per cui gli OE di MANUKA & KANUKA possono essere metabolizzati ed utilizzati dal corpo umano inoltre, essi non sono accumulati. Non si sono dimostrati tossici nell'uso ed alle dosi consigliate, possono essere applicati sia esternamente, su pelle e mucose, sia per inalazione.

mercoledì 30 marzo 2011

AUMENTANO LE ALLERGIE IN MEDICINA ED ODONTOIATRIA

In Odontoiatria come in Medicina, si sta osservando un incremento delle condizioni allergiche. Nel nostro campo ci sono allergie alle resine, agli anestetici nonchè ai metalli. Per tutti questi prodotti è possibile eseguire direttamente dal dentista (Odontostomatologo e meglio) un pathc test del prodotto. 
Se si forma un alone rosso o un ponfo (edema) con la sostanza a contatto, c'è positività del test altrimenti si può dire che il paziente è immune da reattività al materiale testato. 
Un altra tecnica non invasiva per testare le allergie dei metalli è quella della biorisonanza attraverso VEGA TEST 
Ed ancora molto efficace se adoperata da terapeuti non improvvisati è la KINESIOLOGIA in ambito di odontoiatria naturale .
Maestro indiscusso di tale disciplina purtroppo scomparso è il Dott. Gian Maria Esposito che ha fondato l'AIKA l'accademia italiana kinesiologia applicata i cui membri esercitano questa disciplina con ottimi risultati nonostante l'opposizione ingiustificata della medicina ufficiale .



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venerdì 25 marzo 2011

OMOTOSSICOLOGIA IN ODONTOIATRIA

Il principio su cui ruota la terapia omotossicologica è che:" LA MALATTIA E' L'ESPRESSIONE DELLA LOTTA CHE IL NOSTRO ORGANISMO ATTUA IN CONTINUAZIONE PER MANTENERE LA PROPRIA OMEOSTASI".
L'organismo è inteso come un "SISTEMA DI FLUSSO CHE MANTIENE IL PROPRIO EQUILIBRIO DINAMICO PER MEZZO DI REAZIONI CHIMICHE ENZIMATICHE".
Lo stato di salute è regolato da un complesso meccanismo di scambio tra nutrimento interno ("noi siamo ciò che mangiamo") ed i prodotti di degradazione, rifiuto nonchè tossine che eliminiamo (scambio con l'ambiente esterno).
In questa ottica la malattia può dipendere da ciò che assumiamo ed ancor più dalla capacità dei sistemi di detossificazione e di drenaggio propri del nostro organismo.
L'approccio al malato è lo stesso sia in omotossicologia, che in omeopatia:il paziente viene studiato olisticamente nella sua globalità, entrambe cercano di stimolare una reazione del paziente nei confronti della malattia, ma mentre in omeopatia, sono importanti tutti i segni nella identificazione del "SIMILLIMUM" (la qual cosa richiede una conoscenza della materia medica di Hanemann ed un'esperienza che solo pochissimi terapeuti quali la dottoressa ROSA FEMIA hanno, in quanto l'omeopatia unicistica mira ad individuare il rimedio d'eccellenza) l'omotossicologia ricalca una diagnosi medica allopatica, semplificando la necessità di differenziare al massimo la terapia stessa; ciò non è riduttivo, perchè per essere dei buoni omotossicologi bisogna essere prima dei buoni omeopati ed ancor prima dei buoni medici quale il dottor GIOVANNI FILOMIA.
(Mi son permesso di fare due nomi di maestri che mi hanno insegnato molto e possono essere utili a chi desidera avvicinarsi alle due metodiche sia come paziente che come medico).
In odontoiatria le terapie locali restano le medesime : una cavità cariosa dovrà essere ricostruita con i materiali a disposizione preferendo quelli più compatibili e naturali , ma cambia la terapia medica di supporto. che sarà spesso rivolta all'organismo in toto e non solo alla ristretta sfera dentale.
Da questa considerazione scaturisce che, l'odontoiatra potrà far uso nelle sue terapie di queste tecniche innovative, ma, farebbe cosa utile l'affiancamento di un bravo omeopata o omotossicologo, per continuare e completare la terapia del paziente nel suo insieme.
I farmaci omotossicologici in uso nella mia pratica quotidiana sono spesso dei composti, in quanto rispondono meglio nella fase acuta che è quella che quotidianamente un'odontoiatra tratta : arnica compositum, echinacea compositum, parodontium compositum e molti altri composti ancora, di cui alcuni ritratti nelle foto e non ultimi ma sempre associati come drenanti, rimedi, quali il lymphomyosot, galium, pulstilla ecc.
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martedì 22 marzo 2011

La pedodonzia

La pedodonzia, ovvero l’odontoiatria  pediatrica, non è molto conosciuta anche a causa di alcune convinzioni che hanno i genitori che spesso non corrispondono al vero.
Si ritiene, infatti, che i problemi che possono insorgere ai denti così detti da latte dei propri figli siano, in fondo, dei falsi problemi perché, alla fine, quei denti cadranno e saranno sostituiti da quelli “veri”, quelli si bisognosi di cure e attenzioni. Ma il più delle volte questo è un grave errore.
Già prima dei cinque anni, infatti, una percentuale significativa di bambini, ben il 75%, è affetta da carie e queste possono avere anche delle serie conseguenze sulla futura dentizione definitiva, quella dei denti “veri”, tanto per intenderci.
La carie, nei bambini, è molto più frequente proprio a causa del fatto che la strato di smalto protettivo è più sottile, rispetto a quello dei denti definitivi, e quindi è più facile che la placca, la prima responsabile di tanti problemi dentali sia per gli adulti che per i bambini, si faccia strada più facilmente intaccando lo smalto e prosegua  poi  attraverso i cunicoli dentali fino alla polpa. E qui possono insorgere i problemi, che non saranno solo del presente, ma possono determinare anche la salute dentale futura.
Diventa quindi di estrema importanza una visita precoce, anche a partire dai sei mesi di vita del bambino, dallo specialista, il pedodonzista, che potrà quindi valutare, sin dalla tenera età, il normale procedere della dentizione. Infatti, già intorno ai sei mesi questa comincia a farsi sentire con la salivazione eccessiva, i pianti senza nessuna ragione apparente, e così via.
Pensare che i denti  da latte non richiedano quelle attenzioni che in genere verranno poi rivolte a quelli definitivi, è errato, in quanto una cattiva igiene orale potrebbe portare a quelle carie, più frequenti nei bambini per le ragioni che abbiamo detto prima, che saranno poi dannose anche per il futuro.
Infatti, in presenza di una carie, la masticazione potrebbe non  essere completa e questo pregiudicherebbe la normale assimilazione di tutte le sostanze necessarie alla crescita, proprio nel periodo più importante dello sviluppo.
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venerdì 11 marzo 2011

ALITOSI

Nella popolazione mondiale è un disturbo frequente, dalle forme più eclatanti e persistenti a quelle più leggere e transitorie si stima che oltre il 50% della popolazione mondiale ne sia affetta
Può avere origini diverse, a volte è causata da malattie sistemiche (ernia iatale, cirrosi epatica, diabete mellito) ma più spesso è espressione di problemi del cavo orale: dalla tendenza a formare una spessa patina bianca sulla lingua, alle parodontopatie infiammatorie con tasche gengivali in cui si annidano i germi capaci di produrre i gas responsabili.
Le attuali norme sociali mettono in risalto l'importanza dell'immagine personale ai fini delle relazioni interpersonali. In questo contesto il soggetto affetto da alitosi può essere portatore non solo di particolari condizioni di salute orale o generale ma anche, frequentemente, di seri problemi relazionali, che lo possono condurre, nei casi estremi, all'isolamento sociale. Nella consapevolezza di ciò la gente pone una maggiore attenzione a questo disturbo, chi ne è affetto cerca la maniera per eliminarlo.
Oggi esistono professionisti esperti nella diagnosi e nella terapia dell'alitosi, con a disposizione apparecchi diagnostici come l'halimeter (vedi) in grado di rilevare i gas maleodoranti presenti nell'aria espirata e determinarne la quantità. Una misurazione utile per isolare le forme di pseudoalitosi o alitofobia, anch'esse frequenti, e per monitorare i cambiamenti della qualità dell'alito in corso di terapia.
Stabilita in maniera oggettiva la presenza di alitosi c'è la possibilità di individuarne le cause principali e di instaurare la terapia idonea per debellarla.
In queste pagine parleremo di questo fastidioso disturbo, che influenza i rapporti interpersonali. Cercheremo di sfatare le credenze che lo circondano, quali quelle che lo riconducono a problemi di provenienza dallo stomaco o dall'apparato respiratorio, o alla trascuratezza della personale igiene orale, e faremo le giuste distinzioni tra le cause più frequenti e quelle più rare, tra le forme persistenti e quelle transitorie.
Un'informazione ci teniamo passi subito chiara: nella quasi totalità dei casi l'alitosi può essere eliminata o comunque controllata in maniera tale che non interferisca nella vita di relazione.
Vi auguriamo buona lettura.
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venerdì 18 febbraio 2011

TECNICA IMPLANTARE ZIGOMATICA

A volte in presenza di poco osso nell'arcata superiore si può ricorrere per
avere un appoggio prtesico posteriore agli impianti zigomatici

Sono
impianti che possono raggiungere i 3 cm di lunghezza e vengono infissi con un
continuo controllo intraoperatorio ,oggi reso facile grazie alle radiografie
digitali,attraverso il mascellare superiore a ridosso della parete posteriore
del seno mascellare fino ad arrivare all'osso zigomatico.
Ovviamente non sono
sufficienti i soli due impianti zigomatici ma anteriormente abbiamo necessità di
almeno altri due impianti d'appoggio pe garantire un equilibrio ed un sostegno
sufficiente alla protesi.
E' nella'arcata superiore l'analogo della tenica
ALL-ON -FOUR ( quattro in tutto)nell'arcata inferiore.
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venerdì 11 febbraio 2011

GEL ANESTETICO RIDUCE IL DOLORE DURANTE LE SEDUTE DI IGIENE ORALE

Ricerche di mercato e l'esperienza clinica quotidiana dimostrano che le procedure di scaling e root planing (SRP) risultano poco confortevoli e dolorose per la maggioranza dei pazienti e addirittura intollerabili per altri.
Oraqix® Gel Periodontale elimina il dolore durante le procedure di ablazione del tartaro, scaling, root planing e debridement parodontale agendo per contatto sulle fibre nervose del parodonto in modo efficace, sicuro e selettivo.
Offre al professionista dentale l’opportunità di garantire massimo comfort al paziente e risolve il problema della paura dell’anestesia locale per infiltrazione, fornendo una soluzione anestetica non traumatica in caso di trattamento parodontale.
E' una miscela eutettica di lidocaina e prilocaina 2,5%/2,5% in una nuova formulazione termosensibile, che favorisce un’applicazione precisa nelle tasche parodontali e permette all’anestetico di rimanere in situ durante il trattamento.
Presente sul mercato internazionale da più di 5 anni, ha ormai una comprovata efficacia clinica.
- Confortevole per il paziente:
l’applicazione senza ago elimina le paure del paziente e il dolore dell’iniezione;
l’applicazione topica facilita il posizionamento dell’anestetico solo nell’area da trattare, eliminando la sensazione d’intorpidimento della lingua e delle labbra.
- Veloce:
agisce velocemente (circa 30 secondi) permettendo all’operatore di iniziare subito il trattamento;
l’effetto anestetico dura circa 20 minuti.
- Facile:
il prodotto non va iniettato ma semplicemente posizionato nelle tasche parodontali con l’aiuto del Dispenser OraqixTM e di un ago applicatore a punta smussata;
Oraqix® Gel Periodontale può essere utilizzato in molti modi:
- su un singolo elemento o su elementi multipli;
- può essere riapplicato facilmente se si necessita di un tempo più lungo di anestesia.

mercoledì 9 febbraio 2011

LUMINEERS

Le Lumineers prodotte dalla ditta Cerinate, le cui ceramiche hanno studi clinici a 20 anni, sono delle sottilissime faccette in ceramica integrale, spesse come lenti a contatto, che permettono di migliorare radicalmente un sorriso in modo completamente indolore.
A differenza infatti delle tradizionali faccette, questa metodica non comprende nessuna riduzione di tessuto dentale nella maggior parte dei casi e quindi nessun tipo di anestesia.
Una piccola finitura cosmetica entro lo smalto dei denti puo’ essere richiesta in alcuni casi. Questo metodo elimina l’esigenza di anestesia, filo retrattore(le faccette non vengono posizionate sotto il margine gengivale)e provvisori; inoltre non si ha nessuna sensibilita’ post operatoria ed il procedimento e’ al 100% reversibile.
Le Lumineers danno la possibilita’ per una soluzione permanente i tutti quei casi in cui l’individuo e’ insoddisfatto del proprio sorriso a causa di discromie dei denti oppure e’ insoddisfatto della forma dei propri denti o li ha non ben allineati e non vuole andare incontro a lunghe e dolorose sedute dal proprio dentista ed essere sottoposto ad anestesie per nulla confortevoli.
A volte come si può vedere dalle due ultime foto si possono risolvere anche casi di fratture dello smalto-
I sorrisi piu’ belli si ottengono quando vengono trattati piu’ denti. 8, 10 Lumineers danno come risultato un sorriso molto piu’ estetico ed attraente.
Con questa metodica in sole due sedute il sorriso migliora in modo completo ed indolore, con risultati permanenti nel tempo ed in modo inaspettatamente piacevole.
Il procedimento comprende una prima visita in cui il dentista prende le impronte delle arcate del paziente e si decide in quale modo si vuole migliorare l’aspetto del sorriso, analizzando la forma esistente o desiderata ed il colore.
Le impronte vengono poi inviate negli Stati Uniti, alla Cerinate, dove vengono fabbricate le faccette.
Una volta arrivate, le faccette vengono poi provate, anche per controllare il colore del cemento da utilizzare ed, infine, cementate per mezzo di un efficace metodo adesivo.
L’adesione avviene tra lo smalto del dente naturale e la faccetta in ceramica e, questo tipo di adesione e’ molto piu’ resistente ed affidabile rispetto all’adesione della dentina.
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INTARSIO IN CERAMICA (INTARSIO IN PORCELLANA)

Si vuole dare indicazioni sulle caratteristiche e possibilita' di queste "ricostruzioni di tessuto dentale " fatte non con i soliti compositi ma con ceramica spiegandone le indicazioni ed i vantaggi.
Otturazioni di amalgama risanate
in modo estetico e biocompatibile
con delle corone in ceramica L'evoluzione continua delle ceramiche dentali mette a nostra disposizione dei materiali sempre più resistenti. In questo modo oggi è possibile realizzare delle corone senza metallo anche nei denti posteriori.
Ancora non sono disponibili esperienze di lunga durata con queste nuove ceramiche, ma i risultati ottenuti fino ad ora sono molto promettenti.
Vantaggi e svantaggi delle corone in ceramica integrale:
Estetica e trasparenza naturale
Estremamente biocompatibili, non provocano allergie
Possibili correzioni della forma e della posizione dei denti
Richiedono limatura più estesa dei denti
Relativamente costose
Per i denti posteriori non ancora provate a lungo termine
Otturazioni bianche (otturazioni in composito)
Otturazioni infiltrate di
denti frontali cariati, prima
e dopo il trattamento con
otturazioni in composito Poiché il nostro Studio è da molto tempo "zona priva d'amalgama", già diversi anni fa ci siamo posti il compito di trovare le possibili alternative all'amalgama. I moderni materiali da otturazione che hanno il colore dei denti, (anche chiamati "compositi", poiché sono composti da una base di resina e da riempitivi inorganici), hanno oggi raggiunto un alto livello di qualità. Soprattutto per i denti frontali (incisivi e canini), ma anche per piccole otturazioni nei denti posteriori, i compositi sono oggi la scelta giusta.
Dopo la mordenzatura dello smalto e l'applicazione di un adesivo, la resina aderisce alla sostanza dentale. In questo modo, denti molto indeboliti vengono di nuovo stabilizzati. Essendo a disposizione per quasi ogni colore dentale il relativo composito, nella maggior parte dei casi è possibile realizzare un perfetto adattamento estetico dell'otturazione.
Quali sono gli svantaggi delle otturazioni in composito?
L'ingrandimento al microscopio elettronico
mostra una crepa tra composito e dente La resina è un eccellente materiale per i denti frontali e per piccoli difetti circondati da sostanza dentale sana, ma il suo utilizzo per grandi otturazioni nei denti posteriori, estese fino nelle zone interdentali, può essere problematico. Delle volte si può assistere ad una perdurante sensibilità del dente alla masticazione, per la quale fino ad oggi non è stata trovata una spiegazione. Un ulteriore problema è la contrazione della resina durante la polimerizzazione, che nelle cavità profonde può risultare in microscopiche imprecisioni della chiusura marginale. Ciò può causare, dopo alcuni anni, l'infiltrazioni batterica e la carie. Inoltre, dopo qualche tempo, la resina può scolorirsi e consumarsi durante la masticazione (abrasione).
La durata di queste otturazioni estese è pertanto limitata a 3 - 6 anni e dipende dall'igiene orale del paziente. Se si richiede un'alternativa al composito più duratura, va considerata una ricostruzione con intarsi in ceramica.
Vantaggi e svantaggi delle otturazioni in composito (resina)
Relativamente economiche
Stabilizzazione della sostanza dentale
Buona estetica
Trattamento possibile in una seduta
Per otturazioni estese non durevole nel tempo
Possibilità di dolore durante la masticazione
Possibile scolorimento ed abrasione
Problematico per cavità estese fino alla zona subgengivale
Intarsi in ceramica (intarsi in porcellana)
Sempre più pazienti desiderano sostituire le loro vecchie otturazioni d'amalgama con un materiale che sia biocompatibile e durevole nel tempo. Gli intarsi in ceramica sono all'apice, dal punto di vista funzionale ed estetico, delle alternative oggi a nostra disposizione.
Che cos'è un intarsio?
Intarsio in ceramica Gli intarsi sono otturazioni eseguite nel laboratorio, usate per i denti posteriori (premolari e molari). Dopo la rimozione delle vecchie otturazioni difettose o della carie viene presa un'impronta della cavità. In laboratorio viene quindi realizzato, in oro o in ceramica, l'equivalente della parte mancante, che riempirà la cavità con estrema precisione, ricostruendo così la forma originaria del dente. Gli intarsi vengono quindi incollate (cementate) nella cavità durante la seconda seduta nello Studio dentistico. Un intarsio esteso, che comprende anche le cuspidi dei denti, è chiamato onlay.
Gli intarsi in oro sono molto duraturi nel tempo, ma, per motivi estetici, oggi sono caduti un po' in disuso.
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mercoledì 2 febbraio 2011

LA SEMPLICE ORTODONZIA LINGUALE

L'ortodonzia linguale esprime il massimo dell'efficacia e dell'invisibilità di un trattamento attivo che permette di affrontare tutte le sfide che i casi più complessi pongono.
Ormai le conoscenze e l'efficacia di molti trattamenti ortodontici sono indiscutibili e riuscire a dare uno splendido sorriso a chi ce lo richiede riabilita molti aspetti sia percepibili direttamente da noi come l'occlusione e la funzione e da parte del paziente come sorriso & Co. Ma l'aspetto che conta molto, ma non viene considerato da molti, è il disagio che hanno i pazienti a mostrarci la propria malocclusione in prima visita e poi l'imbarazzo nel mostrare liberamente le apparechiature eseguite. Di tutto ciò il paziente ne è consapevole mentre altre volte non lo dice ma si percepisce ugualmente
Così le tendenze del mercato ci spingono più su trattamenti invisibili che estetici in senso lato. Sono alla ribalta i trattamenti invisibili come INVISALIGN® che danno la comodità di essere rimovibili e quindi non mostrarli ma non permettono la correzione di tantissime malocclusioni. Così dagli anni settanta grazie all' intuito del Dr. Kurz (Beverly Hills), inizia l'era della ortodonzia linguale (il primo trattamento fu fatto ad una pin-up di Play Boy).
Oggi quei tempi sono passati perchè la tecnologia ha messo a punto brackets via via più piccoli (1,5 mm di spessore) e con tipologia low friction come l' STB ® della ORMCO ©.
Ma ritornando allo scopo di questo articolo mi soffermerei prima sul perchè della terapia linguale. I  pazienti soprattutto le donne cercano di mascherare gli inestetismi ed il sorriso se imperfetto o imperfetto per loro. Così quello che ci chiedono è la bellezza segretamente senza mostrarlo.
Oramai il trattamento ortodontico ha sdoganato gli stereotipi adolescenziali tipici degli anni Ottanta e quindi si proietta sempre ad una paziente la adulta molto più motivata ed attenta alla visibilità degli attacchi ortodontici da qui la pletora di brackets in ceramica, composito, fibra di vetro, vetro zaffiro ecc.
Ma nonostante questi sforzi la visibilità sebbene ridotta c'è sempre e molte volte manager, artisti ed adulti in genere preferiscono mantenere la malocclusione piuttosto che mostrare un trattamento. In questo contesto nasce la terapia linguale. Inizialmente per piccole correzioni poi via via per trattamenti più complessi si è riusciti a correggere tutte le malocclusioni chirurgiche e non. Per un discorso di tipo biomeccanico certi spostamenti avvengono molto più velocemente altri invece vengono in parte complicati dalla posizione linguale dei brackets.
Ci sono diverse malocclusioni, alcune trovano indicazione altre vengono complicate ed altre sono contraindicate.

lunedì 31 gennaio 2011

ANESTESIA IN GRAVIDANZA E DURANTE L'ALLATTAMENTO

Precauzioni da osservare nel caso sia necessario l'utilizzo di anestetico in donne in gravidanza ed in fase di allattamento
ANESTESIA IN GRAVIDANZA:
E' preferibile evitare l'anestesia durante la gravidanza,soprattutto nei primi tre mesi,qualora fosse indispensabile è preferibile usare anestetici senza vaso-costrittore ed infonderla per via intraligamentosa a forte pressione per ridurne al massimo la dose.
ANESTESIA DURANTE L'ALLATTAMENTO:
Non bisogna trascurare la gestione del neonato,perchè durante l'allattamento cio' che assimila la madre quindi anche i farmaci anestetici ed altro vengono veicolati nel piccolo attraverso il latte materno.
Le precauzioni sono le stesse usate per una donna in gravidanza, in più, per ridurre ulteriormente la quantità di farmaco assimilata dal piccolo si consiglia alla madre di aspirare dal seno la quantità di due poppate, che corrispondono a sei ore di autonomia per il piccolo (in genere si fa una poppata ogni tre ore), e di conservarla in frigo.
Quindi di aspirare dal seno le due poppate successive all'anestesia e sostituirle con quelle precedentemente prelevate.
E' buona regola ovviamente che la procedura della seconda poppata prelevata per essere conservata in frigo venga fatta poco prima che la paziente si rechi dal dentista.

mercoledì 26 gennaio 2011

Ortodonzia: serve ai bambini o anche agli adulti?

L'ortodonzia si definisce come la branca dell'odontoiatria che si occupa della prevenzione e della terapia della "malocclusione" ( il rapporto anomalo di chiusura tra l'arcata superiore e quella inferiore).
Nella statistica, nella maggior parte dei casi, l'ortodontista esegue interventi e trattamenti ortodontici sui bambini e adolescenti mentre i denti stanno ancora in fase di sviluppo e sono relativamente mobili. Ma molti non sanno che anche gli adulti possono beneficiare delle terapie ortodontiche.
Una volta diagnosticato il tipo preciso di malocclusione si può richiedere la messa a punto di modelli di denti dette impronte dentali, per poter vedere chiaramente come vemgono a contatto tra loro quando si serrano.
E bene anche fare una tac con dentalscan utile a vedere anche il rapporto tra la posizione dei denti e le ossa facciali in particolare le mascelle.
I denti malposizionati vengono spostati mediante una compressione delicata e costante esercitata da appositi dispositivi ortodontici.

venerdì 21 gennaio 2011

Pioggia di universitari dalla Romania

Notizie - Abruzzo



Facoltà di medicinaAspiranti medici e
odontoiatri italiani iniziano gli studi nelle facoltà dell'Est
Grazie al Tar e a direttive europee possono proseguirli all'Aquila



Pioggia di universitari dalla Romania



Eludono i test per il numero chiuso iscrivendosi
all'estero e poi trasferendosi









Ci sarà un'invasione di studenti
italiani immatricolati in Romania nelle facoltà aquilane di medicina
e odontoiatria? Si direbbe di sì visto che ormai, dopo i circa
quindici ricorsi accolti dal Tar Abruzzo qualche settimana fa,
continua ad arrivare una valanga di sentenze brevi attraverso le
quali gli aspiranti medici che hanno iniziato il cammino
universitario in Romania ora possono completarlo all'Aquila, in
ossequio a una serie di norme europee sulla libera circolazione degli
studenti. Nei giorni scorsi, infatti, il Tar ha accolto i ricorsi di
altri dodici aspiranti camici bianchi che contestavano il rifiuto
serbato dall'Università a trasfersi all'Aquila. Gli studenti
provengono tutti dalla Vasile Goldis di Arad, dove si sono
immatricolati lo scorso anno. In Italia vige il sistema del numero
chiuso e accedere alla facoltà di medicina o odontoiatria significa
aver superato il test d'ammissione, in verità abbastanza
impegnativo. Immatricolarsi in una università romena dà quindi la
possibilità, a chi magari è stato escluso in Italia, di iniziare il
percorso di studi salvo poi trasferirsi e conseguire in patria la
laurea. Un modo per eludere il numero chiuso negli atenei nazionali o
una brillante iniziativa (per chi può permetterselo, naturalmente),
sfruttando la normativa Ue? Se la normativa Ue consente tutto questo
che senso ha continuare in Italia con i test d'ammissione se poi,
l'anno successivo, la popolazione studentesca si arricchisce in virtù
di una sentenza che non può non tenere conto delle leggi e dei
regolamenti comunitari? I ricorsi presentati, e tutti accolti (tranne
uno inoltrato in ritardo), contestavano il diniego di nulla osta al
proseguimento degli studi presso l'Università dell'Aquila in base
all'elenco dei posti disponibili per l'iscrizione ad anni successivi
al primo. Normalmente questo è consentito a chi proviene da altri
atenei italiani, sempre in base ad un bando per i posti disponibili.
Ma il Tar ha eccepito che il bando in questione «non fissa alcuna
preclusione nei confronti di studenti provenienti da Università
estere». Il Tar ha anche sancito che «una diversa interpretazione
sarebbe contraria all'apicale principio di libertà di circolazione e
soggiorno nel territorio degli Stati comunitari, suscettibile di
applicazione non irrilevante nel settore dell'istruzione, neppure
essendo stata in alcun modo opposta (e, per vero, neppure
prospettata) la non equipollenza delle competenze e degli standards
formativi richiesti per l'accesso all'istruzione universitaria
nazionale». A.Bag.



lunedì 17 gennaio 2011

OSTEODISTRAZIONE INTRAOSSEA

A seguito della pubblicazione di Martin Chin, sulla distrazione dell'osso
alveolare si è introdotta una tecnica alternativa alla GBR o all'innesto osseo
per gli aumenti verticali di cresta.

Motivati dalla possibilità di trattare volumi ossei minori diverse aziende hanno sviluppato distrattori
intraossei che non necessitano di fissaggio alle corticali esterne, ma si autostabilizzano in sede crestale come un impianto dentale. Piccoli segmenti ossei vengono distratti verticalmente in un periodo di tempo relativamente breve e l'inserimento dell'impianto può avvenire nella medesima sede preparata per il distrattore.
Segue un elenco di osteodistrattori intraorali presenti sul mercato da oramai un decennio che hai molti possono sembrare ultime novità, ma che invece, visti gli sviluppi clinci, la limitata documentazione, la
complessità operativa possiamo considerarla una tecnica da archiviare.
D'altronde la GBR o l'innesto a blocco risultano tecniche prevedibili soprattutto in caso di atrofie ossee minori!  Questo consente agli odontoiatri di poter ovviare a delle carenze ossee che soprattutto nei settori mandibolari posteriori precludevano la possibilita' di effettuare l'implantologia.
Sono tecniche ancora da affinarsi ma lasciano ben sperare per la pratica chirurgica odontoiatrica

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venerdì 14 gennaio 2011

Sinusite

La sinusite è un processo infiammatorio, acuto o cronico, delle mucose dei seni paranasali, spesso accompagnata da un processo infettivo primario o secondario.
 In caso di sinusite, la mucosa infiammata aumenta il proprio volume, determinando un restringimento degli osti di comunicazione tra seni paranasali e cavità nasali. Questo dà origine ad un ristagno del muco all'interno dei seni, che diviene un sito ideale per la crescita di batteri giunti dalle cavità nasali o dalla cavità orofaringea. Si determina così una sovrapposizione tra infiammazione (che può essere di varia origine, ad esempio allergica) ed infezione.
 Questa patologia può colpire soltanto persone in cui i seni paranasali siano ben sviluppati; per questo motivo i bambini in età pediatrica, nei quali i seni non si sono ancora formati, non contraggono la malattia.
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mercoledì 12 gennaio 2011

BEYOND: SISTEMA PER SBIANCAMENTO DENTALE

Lo sbiancamento dei denti direttamente nello studio del dentista va sempre più
affermandosi. Le moderne lampade come Beyond, sviluppata da un gruppo
d'ingegneri di Silicon Valley, accelerano le proprietà sbiancanti dei perossidi
agendo in tempi rapidi. Il paziente, con solo mezz'ora di applicazione,
comodamente disteso sulla poltrona dello studio, ottiene la decolorazione dello
smalto che passa da opaco e ingiallito a bianco e luminoso. Chi non ha il tempo
d'impegnarsi in tecniche di sbiancamento domiciliare, trova nel cosiddetto
"Power Bleaching, il nome che in America hanno ideato per definire la metodica
di sbiancamento professionale che fa uso di queste speciali lampade, il sistema
ideale per riportare i denti ad un colore esteticamente più
attraente.
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Beyond è un'efficace lampada da studio, dall'eccellente
design, che accelera le proprietà sbiancanti dei composti a base di perossido
d'idrogeno, facendo uso dell'innovativa luce blu con una lunghezza d'onda tra i
480 e i 520 nanometri. Uno speciale processo ottico eroga la luce acceleratrice
di sbiancamento, filtrando ed eliminando completamente attraverso 12.000 fibre e
30 strati di rivestimento ottico i raggi di luce infrarossa ed ultravioletta che
potrebbero risultare pericolosi. Agendo su un fluido sbiancante applicato sulla
faccia anteriore dei denti del paziente, composto di perossido d'idrogeno e
particelle di biossido di silicio con un diametro di 20 nanometri, ossida
velocemente i pigmenti di 16 o più denti, restituendoli allo splendore del
bianco.



Un timer digitale mostra le diverse fasi del procedimento
e ferma automaticamente la macchina quando il trattamento è terminato. Il
sistema di controllo del raffreddamento stabilizza la temperatura
dell'apparecchio a valori ottimali. Un chip di memoria registra il tempo totale
di utilizzo dell'apparecchio.

Beyond opera ad una temperatura più bassa
rispetto ad apparecchi simili. Utilizza le più recenti tecniche ottiche per
evitare di riscaldare, durante il trattamento, la polpa interna ai denti,
riducendo la loro sensibilità.

Con Beyond il processo completo di
sbiancamento dura solamente 30 minuti. Il trattamento viene eseguito in una sola
seduta ed è stato riconosciuto come il metodo di sbiancamento dei denti più
sicuro ed efficace attualmente disponibile.

Beyond ha un ottimo design,
che gli consente di occupare poco spazio. E' facile da maneggiare e resistente
all'acqua. Utilizza un basso voltaggio elettrico (24 volts), in modo da
garantire la sicurezza.

Il kit completo di sbiancamento, include un
componente sbiancante formulato appositamente, che riduce la sensibilità dei
denti lasciando i denti bianchi e brillanti.

lunedì 10 gennaio 2011

MALATTIA FOCALE

Qualsiasi tipo di malattia può essere l'effetto di un focus nascosto e soltanto
la sua scoperta potrà consentire un rapido, significativo e duraturo
miglioramento o addirittura la guarigione del paziente.
La moderna odontoiatria, negli ultimi 20 anni, ha mostrato una straordinaria vitalità
scientifica per quanto concerne sia le tecniche che le impostazioni
diagnostiche, prognostiche e terapeutiche; le profonde innovazioni che ne sono
derivate hanno reso tale specialità una tra le più importanti e sofisticate
della scienza medica. Lo studio del cavo orale è divenuto ormai complesso e
minuzioso, grazie all’approccio olistico, che schiude orizzonti nuovi e
conferisce all’odontoiatria moderna notevoli potenzialità d’intervento, prima
assolutamente inimmaginabili. E’ ormai incontestata l’idea che l’apparato
stomatognatico influenza fortemente ed è a sua volta influenzato da tutti gli
altri sistemi che compongono l’organismo umano. E’ evidente quindi che
l’odontoiatra può assurgere a risolutore di patologie ritenute ,fino ad anni
recenti, non di pertinenza odontoiatrica, oppure può individuare cause derivanti
da altri apparati. Sempre di più lo specialista in odontoiatria oltre che
trattare le malattie che riguardano strettamente l’apparato stomatognatico, si
inserisce, a pieno merito, fornendo importanti contributi, quale consulente
anche per quelle patologie più complesse che interessano l’organismo intero,
soprattutto se sono malattie croniche, recidivanti, con eziopatogenesi
sconosciuta, insensibili e persistenti nonostante cure mediche considerate
appropriate. La malattia focale o focus consiste in un processo patologico del
tessuto connettivo, è molto frequente, le manifestazioni sono di dimensioni a
volte microscopiche, è quasi sempre asintomatico. Istologicamente è
rappresentato da un infiltrato polimorfonucleare in fase acuta e plasmacellulare
in fase cronica. Un noto studioso “ Glaser Turk “ ha dato la seguente
definizione: “ il focus consiste in un’ alterazione patologica locale che
interessa il connettivo lasso e che interferisce con le attività locali e
generali di omeostasi difensiva. Solo dopo che le controregolazioni difensive
sono diventate insufficienti, per noxe endogene ed esogene, si manifesta
l’azione a distanza del focus e solo in quel momento ha inizio la malattia
focale”. Il focus è quindi un processo patologico molto diffuso; potenzialmente
tutte le persone potrebbero esserne portatori e, vista la gravità che ne
potrebbe conseguire, si rende necessaria una loro individuazione, soprattutto
nei ragazzi, in quanto è fondamentale prevenire future malattie in special modo
quelle irreversibili. L’intercettazione, in età evolutiva , di un possibile
focus deve essere affidata ad una procedura sistematica e routinaria, rivolta
quindi a tutti i giovani pazienti da parte dell’ odontoiatra, il quale è
chiamato in causa più di qualsiasi altra figura sanitaria , vista la
localizzazione e la frequenza dei focus nell’apparato stomatognatico.Si
distinguono siti focali cefalici e siti extracefalici. I siti cefalici
rappresentano il 75% dei foci totali e di questi quasi l’ 80% sono di natura
odontogena, pertanto il 65% dei focus totali sono di pertinenza odontoiatrica.
Il dott. Battistoni, molto noto negli ambienti di EAV, afferma: “ qualsiasi tipo
di malattia può essere l’effetto di un focus nascosto e che soltanto la sua
scoperta potrà consentire un rapido, significativo e duraturo miglioramento o
addirittura la guarigione del paziente”. Se consideriamo che in età evolutiva
sono frequentissime le tonsilliti e la compromissione delle adenoidi,
considerati in tal caso dei focus, è indispensabile che noi medici interveniamo
in modo vigile e accurato nella loro ricerca , nei confronti di tutti i bambini
che visitiamo.
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lunedì 3 gennaio 2011

ALLUNGAMENTO DI CORONA CLINICA

Quando ci troviamo dinanzi una frattura della corona di un dente qualunque ne
sia la causa, possiamo intervenire anche la' dove fino a poco tempo fà era
necessaria l'estrazione ma entro certi limiti si noti la
frattura del 35 (secondo premolare inferiore di sinistra) sia dal lato occlusale
Sappiamo che qualsiasi materiale d'otturazione
viene posto al di sotto dell'osso sia pure in minima quantita' ne causerebbe
l'infiammazione.
La tecnica dell'allungamento di corona clinica consiste
quindi nel "consumare" in senso orizzontale l'osso non solo del dente
interessato ma anche di quelli vicini per consentire la ricostruzione della
corona.
Questo eviterà la formazione di un avvallamento,che porterà quasi
sicuramente lla formazione di una tasca dentale infraossea.
E' evidente che,
se il margine di frattura è troppo in basso e supera il millimetro di profondità
considerando che in seguito all'intervento si viene a perdere almeno un'altro
0,5 di osso anche se non nell'immediato, allora potrebbe essere antieconomico ai
fini di uno spreco di osso salvare a tutti i costi la radice del dente e si
opterà per un'impianto con innesto osseo possibilente con l'integrazione di
tecniche d'autoprelievo.

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ATEROSCLEROSI ED INFEZIONI GENGIVALI

L'infezione gengivale cronica meglio nota come "periodontite" rappresenta un
serio pericolo che non minaccia infatti solo la salute dei denti, ma provoca
anche ispessimenti delle pareti dei vasi sanguigni, mettendo a rischio il
benessere dell'apparat

E' la estrema sintesi di uno studio del gruppo di
lavoro presso l'Università di North Carolina (USA) e pubblicato dalla rivista
'Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology'. Gli esperti hanno studiato
la variazione di spessore delle pareti dell'arteria carotidea in relazione alle
infezioni gengivali in una popolazione di oltre 6.000 persone, con un range di
età compresa tra i 52 e i 75 anni.
La periodontite è stata misurata
esaminando il distacco dei tessuti dai denti. I risultati hanno evidenziano un
chiaro legame tra periodontite e aterosclerosi: il rischio di ispessimento della
parete interna della carotide è il doppio del normale in caso di gengivite grave
mentre è 1.4 volte superiore allamedia nel caso di gengivite
moderata.
"Questa è la prova palese che la gengivite e la periodontite
possono provocare alterazioni che sia pur non evidenti dal punto di vista
clinico, possono essere alla base degli ispessimenti dei vasi sanguigni.

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