martedì 21 dicembre 2010

Disfunzioni cranio cervico mandibolari

Si e’ oramai visto che un gran numero di cefalee, di disturbi all’orecchio, di sindromi vertiginose e di dolori al collo, alle spalle e alla colonna vertebrale, non sono delle patologie specialistiche distrettuali che non rispondono ai classici trattamenti e di causa oscura (idiopatica), ma il classico corredo sintomatologico delle disfunzioni cranio - cervico - mandibolari (in figura l'articolazione temporomandibolare e i muscoli collegati).Cardine del sistema e’ l’articolazione temporomandibolare (ATM), questa articolazione è localizzata al davanti dell’orecchio ( infatti infilando un dito nel padiglione auricolare e aprendo e chiudendo la bocca ne si apprezza il movimento ).E’ quindi inquadrando il caso clinico in maniera globale, e dando alla mandibola un ruolo importante nella gestione dei difetti della postura, che si determina un approccio diverso, non solo per quel che riguarda l’inquadranemto nosologico e gli aspetti amanmestici e diagnostici, ma sopratutto per la soluzione terapeutica di un gran numero di casi clinici.
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sabato 18 dicembre 2010

Chirurgia odontostomatologica

La chirurgia odontostomatologica si occupa dell'estrazione di denti molto malati o distrutti che non è possibile salvare con altra terapia (per esempio con l'endodonzia), e dell'estrazione di residui radicolari; della rimozione di radici o di denti rimasti inclusi o semi-inclusi nell'osso come gli ottavi in disodontiasi; di frenulectomie, alveoloplastiche, asportazione dell'apice di denti coinvolti in processi infiammatori quando non trattabili con la sola endodonzia, asportazione di cisti e tumori e neoformazioni del cavo orale. A scopo implantoprotesico può rendersi necessaria l'elevazione del pavimento del seno mascellare mediante innesto di materiale biocompatibile (osso autologo o eterologo, fattore di crescita derivante dalle piastrine ecc.). La chirurgia odontostomatologica concerne anche l'estrazione di denti sani in casi di "affollamento dentario" (situazione in cui la larghezza complessiva degli elementi dentari di un'arcata è superiore alla larghezza dell'arcata stessa) o ai fini di una corretta terapia ortodontica.

mercoledì 15 dicembre 2010

Tumori Da Cuba un prodotto che vanta effetti curativi

S’ aggira su Internet l’ anti-cancro dello scorpione
Si fa strada un nuovo
caso Di Bella?
Scarse prove Il produttore riferisce di sperimentazioni, ma
nessuno studio è stato fino ad ora pubblicato
«Alle dieci del mattino, prima
di me (ero l’ unico italiano), almeno in quindici, messicani, argentini,
spagnoli, avevano già consegnato il passaporto in portineria. Normali controlli
di sicurezza. Dietro, un’ altra quindicina di persone». Ventotto marzo 2007,
Sauro Giorgi è a Cuba, alla Labiofam, un’ azienda di L’ Avana che produce un
farmaco anti-cancro: l’ Escozul. Il farmaco, un estratto di veleno di scorpione,
è per la moglie, malata di una rara forma di tumore cerebrale, già bombardata da
radio e chemioterapie. «Avevo scoperto questa cura in rete – racconta Giorgi; –
ho chiesto ad alcuni amici cubani, sono andato due volte a L’ Avana riportando
in Italia il farmaco. Non l’ ho pagato: me lo hanno dato gratuitamente. Mia
moglie lo prendeva al dosaggio massimo, quando ha cominciato la terapia è stata
meglio, forse anche per un effetto placebo. Dopo mesi è morta per un’
encefalopatia da radiazioni, ma libera dal cancro, come ha rivelato l’ ultima
radiografia». Sembra di risentire una delle storie alla Di Bella, il medico
modenese che, nel 1997, con il suo cocktail di farmaci antitumorali aveva messo
sottosopra l’ Italia dei malati, degli oncologi più famosi e dei politici, ma
questa volta le cose sono un pò diverse. Elena Vincis, il farmaco per il marito
se l’ è procurato, attraverso un giro di telefonate e di email, direttamente
dall’ azienda cubana che lo ha spedito in Italia, dopo avere analizzato la
cartella clinica. «A mio marito, ammalato di un tumore ai polmoni – racconta
Elena al Corriere – avevano dato 4 mesi di vita. È vissuto 17 mesi dopo aver
cominciato l’ Escozul. La Tac non aveva più mostrato metastasi, ma, per colpa
anche di un ritardo nel ricovero in ospedale, Pietro è morto per un ictus e una
grave insufficienza respiratoria». Alla mamma di Piero Fierro, un «forista»
occasionale che scrive da L’ Avana su un forum italiano (ma parlano del farmaco
anche forum in lingua inglese e spagnola) è andata meglio: da qualche anno
malata di cancro al seno con metastasi ossee è migliorata a vista d’ occhio,
dice il figlio, con l’ Escozul ed è viva e vegeta. L’ azienda produttrice del
farmaco, che sostiene di avere iniziato una fase 3 di valutazione clinica, ha un
registro dei casi trattati finora (al di fuori di protocolli, solo sulla scorta
della storia medica del paziente) che ammontano a parecchie migliaia: ci sono
anche numerosi americani che arrivano sull’ «isola proibita» per cercare una
cura. La maggior parte di questi malati soffre di tumori al seno, al polmone, al
colon o al cervello. Secondo i dati raccolti, più di 25mila pazienti hanno
mostrato un miglioramento in termini di remissione del tumore, aumento della
sopravvivenza e riduzione del dolore. Per il 90 per cento di loro, comunque, la
qualità della vita è migliorata. Più nel dettaglio. Un lavoro, che circola in
rete, parla di efficacia nei tumori del retto e del colon ed è firmato da un
gruppo di medici dell’ ospedale generale «Dr. Agostinho Neto» di Guantanamo
(naturalmente non è pubblicato in letteratura, ma, del resto, non sarebbe facile
per i cubani pubblicare su riviste anglosassoni e, comunque, la sperimentazione
dovrebbe seguire i protocolli della ricerca scientifica internazionale ed essere
sottoposta al vaglio di esperti riconosciuti). Ecco i nomi di alcuni medici che
lo hanno firmato: Elvira Poch Mulgado, Jonas J. Formental Planas, Kenia R.
Alvarez Lambert. La ricerca riporta i risultati ottenuti nel periodo che va dal
1991 al 2002 su 33 pazienti a vari stadi di malattia: 23, indipendentemente
dalla gravità della situazione iniziale, rivelavano, alla fine dello studio, un
buono stato di salute. La storia dell’ Escozul comincia nel 1985 quando Misael
Bordier, un biologo cubano, scopre le proprietà antitumorali del veleno di
scorpione azzurro, il Rophalurus junceus, (in realtà è rossiccio) che vive solo
a Cuba. Il ricercatore, morto nel 2005, lo chiamò Escozul: è un liquido incolore
e concentrato che va diluito prima dell’ uso, ma non è un medicinale omeopatico.
La tossina pare avere molteplici effetti non del tutto chiariti. Da un lato
sembra funzionare come inibitore delle proteasi (enzimi della cellula), dall’
altro ostacola la formazione della membrana cellulare e impedisce l’
angiogenesi, cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni nel tumore. Stimola
anche il sistema immunitario e ha un’ azione antinfiammatoria e antidolorifica.
Al momento non si conoscono effetti collaterali. In Italia le informazioni sul
farmaco sono arrivate attraverso il passa parola e il tam tam dei forum.
Nessuno, nella comunità scientifica, lo conosce. «Non ne abbiamo mai sentito
parlare» conferma Pierfranco Conte, direttore dell’ oncologia all’ Università di
Modena. Nei siti web si dice che è in sperimentazione all’ Università di Pavia,
ma Stefano Govoni, farmacologo e presidente del Comitato Etico dell’ Ospedale
San Matteo, lo esclude. Da L’ Avana, invece, autorevoli esponenti dell’
oncologia fanno sapere di conoscere il farmaco, ma avvertono che le autorità
cubane non ne hanno approvato l’ uso nella clinica, ma soltanto in protocolli di
ricerca. E che l’ azienda sta rifacendo gli studi preclinici. Del resto se si
cerca su Medline, un database di sperimentazioni mediche, si trovano decine di
lavori (preliminari) sul veleno di scorpione nella cura del cancro. Tutti si
raccomandano che la storia dell’ Escozul non diventi, appunto, un altro caso Di
Bella, ma Internet non si ferma. E tanto vale affrontare il tema.
laurea
in medicina in Romania

lunedì 13 dicembre 2010

Immunologia clinica

L'immunologia clinica si occupa dello studio delle malattie del sistema immune o
causate da un'alterazione funzionale di questo.
Tra le malattie che
colpiscono il sistema immunitario vi sono quelle causate da alcuni lentivirus
(virus lenti) quali i virus HTLV ed il più conosciuto HIV. Quest'ultimo virus, attraverso complessi
meccanismi di interazione recettoriale, è in grado di infettare le cellule, in
particolare i linfociti T e relative sottopopolazioni ed i
macrofagi, che hanno sulla loro superficie una
proteina chiamata CD4. La progressiva alterazione di tali
cellule, fondamentali per la difesa contro le infezioni, porta all'AIDS, acronimo che sta per Sindrome da Immunodeficienza acquisita, in cui l'individuo infetto non è più capace di difendersi dalle infezioni.
Per quanto riguarda le malattie causate da
alterazioni del sistema immune vanno ricordate: le immunodificienze primitive, ossia indotte da
difetti genetici, nelle quali una parte del sistema immune non riesce a generare
una risposta adeguata all'attacco di un agente patogeno, e le malattie autoimmuni, dove il sistema immune
attacca componenti del suo stesso organismo non riconoscendoli più come parte di
sè (es.: artrite reumatoide). Altre malattie del
sistema immunitario includono le ipersensitività, dove il sistema risponde in
maniera inappropriata a composti innocui (es.: asma, allergie).
Questa branca
dell'immunologia si occupa anche dei rigetti in seguito a trapianti, dove il sistema immune riconosce
come estranei e attacca gli organi o altri componenti che vengono
trapiantati da un altro essere vivente (sia da un altro della stessa specie
-allotrapianti- che da specie diverse -xenotrapianti-). Lo scopo di questi studi è
trovare un modo per evitare tale rigetto, attualmente basato su farmaci
antirigetto, che indeboliscono il sistema immune.

martedì 7 dicembre 2010

L’attività infermieristica

L’assistenza infermieristica è una professione sanitaria dell’area delle scienze infermieristiche. L’infermiere pertanto svolge con autonomia professionale le attività dirette alla prevenzione, alla cura e alla salvaguardia della salute individuale e collettiva; espleta le funzioni e ha le sue basi: Profilo professionale norme che definiscono l’infermiere come unico responsabile dell’esercizio dell’assistenza infermierisica codice deontologico che è [...]

Endodonzia

Come la conservativa si occupa delle lesioni dei denti, ma a livello pulpare all'interno degli stessi, dove risiedono le terminazioni nervose. Il suo scopo principale è la prevenzione e la cura della parodontite periapicale. Agisce quindi sullo svuotamento dei "canali" dei denti, sulla disinfezione e sagomatura dei canali e sul loro successivo riempimento con materiali appositi. Lo scopo è rendere impossibile la riproduzione dei batteri nei canali stessi, fallendo il quale scopo il dente è destinato a sviluppare un granuloma, che può acutizzarsi successivamente in un ascesso dentario. Una endodonzia (detta anche terapia canalare) è invece la terapia primaria per eliminare granulomi, e anche cisti (rilevabili con lastrine radiografiche endorali).

venerdì 3 dicembre 2010

NEI PROSSIMI ANNI LA RICHIESTA DI MEDICI IN ITALIA E DI OLTRE 100.000 UNITA’

Italia, emergenza medici
In pensione quattro su 10

In 115 mila lasceranno
la professione nei prossimi quindici anni

MARCO ACCOSSATO
TORINO
L’ Italia, come la Gran Bretagna, la Germania e la Danimarca, rischia di doversi affidare entro i prossimi quindici anni ai medici di importazione. «Tra il 2020 e il 2025 andranno in pensione 115 mila dottori che oggi hanno fra i 51 e i 59 anni», annuncia il presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Amedeo Bianco. Una spada di Damocle sulla Sanità: significa 38 medici su cento in meno in tutto il nostro Paese, nessuna regione esclusa. Più che in ospedale, l’emergenza sarà sul territorio, se le Università non accoglieranno da subito un maggior numero di specializzandi, cancellando o almeno rivedendo il numero chiuso. Ma anche negli ospedali pubblici – dove già oggi i ricorre spesso ai gettonisti – le prospettive sono allarmanti.

Più pensioni che lauree. A lasciare il camice bianco sarà il 62 per cento del medici di famiglia e il 58 per cento dei pediatri di libera scelta. Alta – il 48 per cento – anche la proporzione dei dipendenti del servizio sanitario nazionale che potrebbero andarsene senza essere rimpiazzati. In pensione anche il 55 per cento degli specialisti convenzionati interni.

Nel Paese dove la vocazione non manca e dove ogni anno si reinfiammano le polemiche sullo sbarramento alle Facoltà, il «tetto» che limita il numero di iscritti è a questo punto «una selezione eccessiva, inaccettabile». Qualcosa si sta già muovendo: «Da un lato – spiega il presidente Bianco – per far fronte a questa emergenza formativa si è ottenuto un aumento del 10 per cento dei posti ai corsi di laurea in medicina», ma dall’altro «riteniamo ormai improrogabile lavorare sulla formazione per avere un medico di qualità, capace di rispondere ai bisogni e alle esigenze della società». I medici del futuro, oltre ad esserci, «dovranno studiare e avere un bagaglio di conoscenze sull’etica, la bioetica, l’antropologia e la sociologia». E dovranno essere «multiculturali, cioè capire le diverse conoscenze e culture dei pazienti stranieri, che sono sempre più numerosi sul nostro territorio».

Parodontologia

La parodontologia è quella branca che si occupa della diagnosi e del trattamento delle patologie che affliggono il parodonto (organo di sostegno dei denti naturali, costituito da:osso alveolare, cemento radicolare, legamento parodontale, gengiva. Le cause delle malattie parodontali (colloquialmente sintetizzate dal termine "piorrea", termine che però andrebbe limitato alla fuoriuscita di pus dalle gengive) sono batteriche, traumatiche, metaboliche. La malattia parodontale può essere distinta in malattia parodontale superficiale (gengiviti) e malattia parodontale profonda (parodontiti).L'etiopatogenesi è prevalentemente batterica, soprattutto Gram-, in presenza di placca muco-batterica.Da studi passati è stato ampiamente dimostrato che la mancanza o un' insufficiente igiene orale provoca gengiviti in tutti i soggetti, mentre l'instaurarsi della malattia parodontale necessita di una predisposizione individuale dovuta a un deficit immunologico, locale o generale. Un' altra causa di danno parodontale sono i traumi occlusali di primo tipo, cioè quei traumi dovute a forze anomale per intensità, verso o direzione applicate su elementi dentari originariamente sani. Possono incidere anche cause metaboliche: le gengive fanno, di diritto, parte dell'apparato digerente. Se l'alimentazione è innaturale, viziata, carente o eccessiva, o mal combinata, risulta nel tubo digerente una alterazione della normale flora batterica. Queste alterazioni inducono uno stato di intossicazione subcronico, presente ancorché non percepito dalla persona, ma le gengive malate ne costituiscono la spia, uno dei possibili segnali di avvertimento. Se il dentista sospettasse una simile causa dovrebbe integrare la terapia del cavo orale con una riconsiderazione della dieta e dello stile di vita della persona.